I Piccoli Ambasciatori di pace – i bambini sahrawi a Sesto
Sono i Piccoli Ambasciatori di pace, perché trasmettono il messaggio di speranza e di pace del loro popolo.
Anche quest’anno, i Piccoli Ambasciatori di pace tornano in città: dal 2008, ogni estate a Sesto e in altri comuni vengono accolti dei gruppi di bambini e ragazzi, insieme ai loro accompagnatori. Grazie a questo soggiorno, possono sottrarsi alle terribili condizioni dell’estate nel deserto, godere di un’alimentazione più sana e dei controlli sanitari indispensabili, oltre ad entrare in contatto con altre realtà e culture.
Sono arrivati domenica 3 luglio, insieme a molti altri accolti a Mantova, Parma, Sesto Fiorentino, ecc. Sono 5 maschi e 5 femmine, provengono dai campi profughi presso Tindouf in Algeria, dove sono nati, e per loro è la prima uscita dai campi per curarsi e godere di una salutare vacanza.
Il loro soggiorno è seguito dai volontari di Karama (dignità), associazione di solidarietà con il popolo sahrawi, insieme ai volontari delle tante associazioni che si sono rese disponibili, con il coordinamento dell’Amministrazione comunale, e prevede controlli sanitari, incontri con la popolazione e tanti momenti di svago!
Un interessante appuntamento il 12 luglio: le associazioni Karama e Shanti Sahara (che ospita bambini disabili sahrawi nel comune di Cernusco) organizzano IL SAHRAWI DAY in Villa Visconti d’Aragona. Alle 18 la presentazione della graphic novel Mariem Hassan-Io sono sahrawi, sulla vita della grande cantante sahrawi recentemente scomparsa e sui tormenti del suo popolo, poi la festa di benvenuto ai Piccoli ambasciatori di pace e alle 21.30 la proiezione del film “Solo per farti sapere che sono viva”, sulle persecuzioni delle donne sahrawi nei territori occupati dal Marocco.
Anche Sconfinando ha sempre partecipato all’accoglienza dei bambini sahrawi, e anche questo luglio collaboreremo ad alcuni momenti di animazione per i ragazzi.
Quest’anno tuttavia il nostro impegno è prevalentemente concentrato sul lavoro di preparazione di iniziative e progetti di più lungo termine, che partiranno nei prossimi mesi e che prevedono un più ampio e duraturo coinvolgimento e sensibilizzazione per la causa sahrawi. Continuate a seguirci, a breve maggiori informazioni!
Qui condividiamo alcune brevi informazioni sul popolo saharawi, ulteriori approfondimenti li trovate a questo link ad un approfondito dossier di Nigrizia.
Un po’ di storia
Il popolo sahrawi, che in arabo significa “gente del deserto” vive nel Sahara Occidentale, è di origine araba e di religione musulmana, la sua cultura è un mix di tratti arabi, africani e berberi.
Il territorio del Sahara Occidentale, circa 266.000Kmq a Sud del Marocco sull’Oceano Atlantico, colonia spagnola fino 1975, passa in seguito sotto il controllo di Marocco e Mauritania.
Nel 1973 si costituisce il Fronte Polisario, fronte di liberazione contro gli invasori e per il diritto del popolo Sahrawi all’autodeterminazione e all’indipendenza.
Nel 1976 il Fronte Polisario ha proclamato l’indipendenza con la nascita della Repubblica Araba Sahrawi Democratica (RASD).
Nel 1979 la Mauritania ha firmato un accordo di pace con il Polisario riconoscendo la RASD, mentre il Marocco ha da allora rafforzato l’impegno bellico, con gravissime e reiterate repressioni ai danni della popolazione Saharawi.
Dal 1991, anno del piano di pace dell’ONU che prevede un referendum che consenta ai Sahrawi di decidere autonomamente tra l’indipendenza e l’integrazione con il Marocco, la situazione di fatto è bloccata per gli ostacoli posti dal Marocco. Ad oggi la diplomazia internazionale, nonostante qualche timidissima apertura, è in sostanza sulle posizioni del Marocco, incluse le potenze ex-colonialiste europee. Anche perchè il Sahara Occidentale è ricco di risorse naturali.
Membro dell’Unione Africana dal 1982, la RASD è oggi uno Stato che c’è senza esserci.
Il popolo sahrawi
E’ proprio il popolo Sahrawi che, insieme al Fronte Polisario, tiene in vita questo paese con un indomito coraggio, resistenza e coesione interna.
Il Sahara Occidentale è diviso da nord a sud da un muro lungo 2700 km costruito dal Marocco e presidiato dall’esercito, per impedire ai Sahrawi di tornare nella loro terra.
Il popolo sahrawi vive diviso. Una parte è rimasta nei territori originari, oggi chiamati i territori occupati, e subisce l’occupazione del Marocco: qui la repressione è durissima, con imprigionamenti, torture e scomparse dei resistenti. A seguito delle repressioni e bombardamenti, dal 1975 buona parte della popolazione vive nei campi profughi nel deserto di pietre e sassi del Tindouf, nel territorio dell’Hammada nel Sud-Ovest dell’Algeria. Qui si sono dati un’autonoma organizzazione politica e amministrativa. I campi sono gestiti in gran parte dalle donne che hanno assunto ruoli di responsabilità. Sono le donne infatti a sostenere l’organizzazione sociale, gestendo in prima persona la struttura amministrativa, l’educazione, la scuola e la vita quotidiana nei campi profughi in Algeria. All’interno dei campi due organismi hanno grande rilievo: il Congresso delle Donne e la Gioventù Sahrawi. E’ proprio quest’ultima che organizza le vacanze estive dei ragazzi in Europa.
Grazie a Giovanna Andreoni dell’Ass. Da Donna a Donna di Sesto per il link di approfondimento e per le foto, da lei scattate nei campi di Smara nel Tindouf, nel 2013 durante la terza “Conferenza internazionale sul diritto alla resistenza della donna sahrawi”.